96 mg/l
Recioto della Valpolicella DOCG Classico
Alcool: 12.5% vol.
Area di produzione: Regione Veneto. Zona classica della Valpolicella a nord di Verona. Colline dei comuni di Negrar, Valgatara e Fumane.
Uve: Prodotto solo nelle annate migliori in quantità estremamente limitate dalle migliori uve rosse della Valpolicella (50% Corvina, 40% Rondinella e 10% di varie rosse) che vengono lasciate ad appassire in cassette fino a tardo inverno ed in quel periodo vinificate tradizionalmente.
Composizione del suolo: Terreni argillosi e calcarei di origine glaciale e alluvionale.
Sistema di vinificazione: Pigiatura soffice, lenta fermentazione (che può durare anche alcuni mesi) in rosso a temperatura controllata (22-23°C.) fino al raggiungimento del giusto equilibrio fra zuccheri e alcool, conservazione in serbatoi inox termocondizionati, imbottigliamento a freddo in linea sterile.
Descrizione organolettica: Vino da dessert, amabile, corposo e fruttato.
Colore: Rubino scuro mattonato.
Profumo: Intenso, fine, fragrante, ricorda le mandorle amare.
Sapore: Aromatico, fresco, intenso e fruttato.
Temperatura di servizio: Da servire a temperatura di 18-19°C.
Conservazione: Può essere invecchiato senza alcuna preoccupazione anche per numerosi anni. Conservare in luogo fresco, asciutto e buio.Può essere invecchiato senza alcuna preoccupazione anche per numerosi anni. Conservare in luogo fresco, asciutto e buio.
Suggerimenti gastronomici: Vino da fine pasto, si accompagna egregiamente con biscotti e dolci. Una degustazione lenta e prolungata vi farà apprezzare pienamente il dolce sapore e gli aromi di questo straordinario prodotto, da molti definito “il vino delle signore”.
Acidità totale: | 5.50 g/l |
Zucchero: | 149.00 g/l |
SO2 totale: | |
SO2 libera: | 22 mg/l |
Estratto secco netto: | 33.0 g/l |
Acidità volatile: | 0.60 g/l |
ANNATA | PREMIO |
2000 | “LUCA MARONI 2004” |
2000 | “ESPRESSO 2003” |
2000 | 3 GRAPPOLI “DUEMILAVINI AIS 2003” |
1999 | “LUCA MARONI 2002“ |
Il vino veniva chiamato dai Romani “Acinaticum”, da “acino”, proprio perché si riteneva che il suo segreto risiedesse nelle caratteristiche e nella scelta dei migliori chicchi d’uva da utilizzare per la sua produzione. Il nome “Acinatico” fu conservato almeno fino all’800 quando prese piede un nuovo termine: “Recioto”, inventato e diffuso dai viticoltori veronesi. Ma Perché Recioto? Da dove deriva il termine e cosa significa?
Le uve originariamente utilizzate per la produzione del vino “Recioto” sono sempre state selezionate con grande cura, prediligendo quelle migliori da un punto di vista qualitativo. In particolare, le cosiddette “Recie”, in dialetto letteralmente “orecchie”, ovvero le ali dei grappoli di uva, chiamate così per la loro posizione laterale e collegate alla pianta nella parte più alta del grappolo. Le “Recie”, esposte al sole in maniera continuativa ed, essendo collegate al gambo del grappolo, riceventi per prime la linfa della pianta, sono quindi più dolci delle altre parti e quindi di maggiore qualità, ideali per l’appassimento e per la produzione di un vino dolce. Dal termine dialettale “Recie” nasce quindi il vino “Recioto”, ossia quello prodotto con le “orecchie” del grappolo.